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Una foto, una storia

Che ritrovamenti, che emozioni!


Pochi anni fa a San Casciano dei Bagni, un piccolo paese che si affaccia sulla Val d’Orcia, in Toscana, si è verificato un vero miracolo: un ritrovamento archeologico di eccezionale importanza!

Dall’interno di un’antichissima vasca termale sono state estratte numerose opere bronzee, monete ed altri manufatti di epoca sia etrusca che romana. Un tale avvenimento è stato paragonato a quello famoso riguardante i “Bronzi di Race”.

Ad oggi, lo scavo non si è ancora concluso, e si pensa che tanto altro materiale di grande valore storico-artistico possa essere portato alla luce.

In paese erano impreparati ad un tale evento, ed è da poco che hanno iniziato a sentirsi al centro di qualcosa di enorme valore. Per ora, è visitabile solo un piccolo museo che vuole raccontare un po’ la storia, seppur ancora incompleta, di questo intervento archeologico che ha interessato il territorio comunale. Progetti per il futuro ce ne sono, ed a breve, pare, inizieranno il lavori per la realizzazione di un importante museo che accoglierà gli altrettanto importanti reperti.

Nell’agosto 2024 sono stato in visita presso il cantiere di scavo. Con altre persone, ho potuto vedere l’antica vasca termale da cui sono stati ripescati tutti quei meravigliosi manufatti. Il gruppo era guidato da Edoardo, un fotografo e videomaker romano che, richiamato dalla primissima fase della scoperta (che, dopo alcuni mesi ha evidenziato le potenzialità del sito di San Casciano), vi è giunto per documentare visivamente giornalmente il progredire dei lavori. Ne è rimasto stregato!

Da allora, non solo continua con al sua opera di registrazione delle attività durante le campagne di scavo che si sono susseguite negli anni, e che proseguiranno ancora per molto, ma ne è diventato una sorta di portavoce.

Oggi, volentieri, si propone come guida, conducendo all’intero della zona del cantiere chi si dimostra interessato a saperne di più.

Impossibile non percepire l’entusiasmo, il trasporto con cui Edoardo racconta di ciò che lì è accaduto ed accade, della fatica, della difficoltà di lavorare anche con un costante ed intenso getto d’acqua particolarmente calda che tende a riempire caparbiamente l’ampia buca dove devono scavare i ricercatori. Della delusione iniziale per l’assenza di risultati a cui è seguita un’euforia irrefrenabile per l’enorme tesoro scoperto, dei pianti per l’emozione generata dal vedere riemergere dall’acqua torbida opere dal valore artistico ed umano (perché legate ad un sentire religioso e ad una speranza taumaturgica, vista la destinazione d’uso del sito nell’antichità) capaci anche di toccare il sentimento.

Edoardo, presa una posizione centrale all’interno del cantiere, per quasi un’ora ha tenuto in tutti noi alto l’interesse, usando un linguaggio ed una mimica davvero coinvolgenti. Aiutandosi anche con una pubblicazione, dove erano presenti le foto che ha scattato ai reperti, ha illustrato con dovizia di particolari ciò che gli archeologi fanno, e con loro i numerosi studenti universitari che offrono la loro opera, insieme a manovalanza edile specializzata.

Tanto era l’entusiasmo di Edoardo che, ad un certo punto, nel raccontare si era pure commosso e, un pochino anche noi con lui. 

Davvero un piacevole ed istruttivo pomeriggio che difficilmente dimenticherò.