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Avventura FOTO
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Non me lo aspettavo.
Non mi aspettavo un paesaggio così.
Ne avevo sentito parlare e avevo visto diverse fotografie del Gran Sasso d’Italia e di Campo Imperatore, ma la realtà, a mio avviso,
supera le aspettative.
Muovendosi lungo la sinuosa strada che sale, proveniendo da L’Aquila, superato il paese di Fonte Cerreto quasi improvvisamente ci si
trova immersi in un paesaggio dall’aspetto inconsueto. Montagne che paiono colline, ricoperte di folta ed alta erba dalla forte fibra, si
susseguono nel loro colore estivo che va dall’ambrato al marrone deciso. Diversi i chilometri da percorrere in un progressivo salire, mai
con forte pendenza. E poi, ecco apparire un altopiano che sembra non avere fine, tanto è esteso in lunghezza. Un’enorme piana dal
fondo in parte irregolare, segnato da alcune doline e dal tracciato di stretti corsi d’acqua frequentemente completamente asciutti. In
alcuni punti, massi rocciosi biancheggianti affiorano dal terreno, restituendo un’arcaica percezione.
Ancora un po’ di strada e si giunge ad un bivio. Svoltando a sinistra, subito si materializza l’incombente presenza dello spettacolare
massiccio del Gran Sasso d’Italia. Enorme, possente eppure elegante. Il suo colore è quello delle Dolomiti, ed anche questo contribuisce
a farlo spiccare su ogni cosa. L’escursione sulle sue pendici non è particolarmente impegnativa, e già con circa un’ora di percorrenza di
un ripido, ma non severo, sentiero che porta al rifugio Duca degli Abruzzi si può godere di uno splendido panorama, offerto dalla
depressione sita nel centro del massiccio e dalle cime che la circondano.
Magico anche l’intero altopiano di Campo Imperatore. Pochi gli alberi per i diversi chilometri di un territorio che si offre aspro e dolce
nello stesso momento. L’allevamento bovino e la pastorizia, non praticati intensivamente, costituiscono quasi l’unica attività umana.
Pressoché inesistenti le abitazioni, così come l’illuminazione stradale.
Un ambiente dal volto selvaggio, quello di Campo Imperatore, dove le distanze vengono percepite falsamente, dove muoversi,
percorrendo a piedi antichi tracciati, vuol dire perdersi beatamente nella natura e nella Storia.
In zona Fonte Vetica, due rustiche costruzioni in legno, chiamate “macellerie”, offrono l’acquisto di carne bovina ed ovina, che è possibile
cucinare in loco su numerosi bracieri e griglie tenute sempre accese dal personale addetto. Ad ogni ora, dalla mattina alla tarda sera, è
possibile per chiunque arrostire la carne comprata, soprattutto i famosi arrosticini abruzzesi, e tutto diventa un vero rito collettivo per
l’intera estate. Decine di persone si accalcano per guadagnare almeno un piccolo spazio dove cuocere sulle braci la propria carne, ed
ogni giorno di bel tempo si trasforma in una giornata di festa.
E poi il sole tramonta, e a Campo Imperatore l’atmosfera cambia. L’oscurità diventa padrona, ed ogni attività umana piano piano si
arresta. Solo qualche solitaria automobile percorre ancora la strada che attraversa l’irregolare pianura, aumentando il patos del luogo.
Ed è a quel punto che un nuovo spettacolo inizia. È lo spettacolo del cielo, che rivela se stesso e l’infinita quantità di stelle che al suo
interno accoglie, e ciò è uno struggente invito alla contemplazione.
E la mente va.