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Marmo
pietra bianca, tesoro di Carrara
Le montagne dietro la città sono segnate dalla presenza delle cave, che
caratterizzano sensibilmente il paesaggio, percepite come ferite sui
versanti, ma anche come un'ipotetica grande azione artistica voluta
dall'uomo, tanto sono particolari.
Ricchezza, lavoro, professionalità, ma anche fatica, sofferenza, lutti per
una delle pietre da costruzione più amate.
Gli scarponi che nella prima metà del '900
venivano utilizzati dai cavatori nel loro
lavoro quotidiano di estrazione dei
blocchi di marmo.
Queste calzature erano un bene prezioso,
per questo venivano riparate più e più
volte, fino alla loro totale distruzione.
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Come una scultura d'arte moderna, i versanti
di alcune montagne sono scolpiti in forma di
gradoni, i cui blocchi si offrono in forma
altamente scenografica.
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Èil marmo più pregiato al mondo, quello di Carrara.
Da secoli viene estratto per farne la parte più nobile degli edifici,
ma anche oggetti d’uso quotidiano, seppure la sua fama sia legata
soprattutto alla trasformazione di questa bianca pietra in mirabili
statue.
Lavorare in cava è difficile e pericoloso. Tante le famiglie distrutte
per i numerosi lutti che da sempre colpiscono la gente che trova il
proprio sostentamento staccando enormi blocchi dalla montagna.
Già gli antichi romani sfruttavano i monti che si trovano alle spalle
di Carrara, oggi cittadina industriale toscana, per le loro opere
architettoniche e statuarie, e popolazioni locali ancor prima di
loro.
Ma la notorietà, il marmo di Carrara l'ha raggiunta nel
Rinascimento, quando scultori di provata perizia, Michelangelo su
tutti, si recavano nelle zone impervie di queste montagne dove si
operava l'estrazione dei blocchi migliori, per scegliere
direttamente quello da trasformare in una grande opera artistica,
spesso destinata a diventare famosa.
Le
tecniche
estrattive
si
sono
evolute
nel
tempo,
permettendo
progressivamente,
seppur
lentamente,
una
maggiore
sicurezza
degli addetti alle cave ed a quelli al trasporto del materiale
ottenuto.
Anche la velocità delle operazioni da svolgere è aumentata man
mano che la tecnologia evolveva, giungendo così ai tempi nostri,
dove buona parte del lavoro duro viene effettuato dalle
macchine, seppur l'intervento umano è sempre imprescindibile e,
ovviamente, determinante.
Anche il volume dello scarto si è ridotto moltissimo negli ultimi
decenni; prima la quantità di marmo che veniva inevitabilmente
sbriciolato era considerevole, ed il materiale così ridotto acquisiva
un contenuto valore commerciale, destinato ad un impiego in una
serie d'usi di basso profilo, come ancor oggi succede.
Ma maggior precisione nel taglio ed anche nella gestione del
momento del distacco del blocco dalla parete fanno si che
buona parte dell'enorme pezzo di marmo rimanga pressoché
intatta.
Assistere al lavoro in cava è quasi come godere di uno
spettacolo teatrale ben rappresentato, seppur strano. In uno
scenario dalle ampie dimensioni e dall'accentuata presenza del
colore bianco e delle sue infinite sfumature, si muovono pochi
uomini, spesso dall'abbigliamento cromaticamente acceso e resi
piccoli dalla vastità che li circonda, affiancati da strane e
rumorose macchine e da nuvole di polvere, anch'esse bianche.
Uno dei momenti clou è sempre quello del distacco e della
caduta del blocco, anche se è un evento non così frequente per
via del lungo tempo richiesto dalla preparazione e dal taglio del
blocco stesso.
Anche il trasporto del marmo estratto è qualcosa di
spettacolare: vedere i numerosi camion che arrancano
impegnati in salite dalla pendenza assurda, carichi di tonnellate
di materiale, fa impressione ma, ancor di più, quando
affrontano ripidissime discese dal fondo stradale costituito da
semplice sterrato.
Quella dell'estrazione del marmo di Carrara è un'attività che
dura da più di due millenni, e nel mondo non si è ancora
affievolita la richiesta di questa aristocratica pietra per rendere
importanti i rivestimenti esterni e gli ambienti interni di
altrettanto importanti edifici. Ed anche gli scultori di fama, e
non, continuano a fare riferimento al "bianco statuario" che
proviene da queste cave per dare forma, e anima, alle loro
visioni artistiche.
Quella del marmo di Carrara è una grande storia infinita, fatta di
passione
e
dedizione
per
un
lavoro
duro
e
di
sacrificio,
a
volte
estremo,
che
permette
però
all'uomo
di
evidenziare
una
delle
caratteristiche che ne fanno un essere evoluto: il piacere del
"bello" ed il suo contributo alla creazione di questo.
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La montagna appare ferita, smembrata, e le parti aperte del suo
corpo sembrano attaccate da minuscole entità che se ne nutrono.
Poi, dalla violenza nascerà la bellezza.
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Il paesaggio delle cave si presenta come opera di una
collaborazione fra Natura e Uomo. La Natura sembra aver
predisposto per sommi capi l'ambiente dove l'uomo è andato a
scolpire il marmo, ottenendone gigantesche forme dalla spiccata
valenza geometrica, spesso armonica.
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Il lavoro è duro, ed in qualche caso pericoloso, anche
se sono le macchine a sopportare la fatica maggiore.
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Essere un cavatore è appartenere ad un gruppo che
si considera "particolare".
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Seppur onnipresenti, le macchine non possono
sostituire totalmente i vecchi attrezzi, ed il classico
mazzuolo appartiene di diritto ad ogni cavatore
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Per accelerare il raggiungimento del luogo dove pranzare
durante la pausa di mezzogiorno, alcuni cavatori si fanno
scarrozzare da una pala meccanica, salendo sulla benna
di questa.
In trattoria, a pranzo, per un momento di riposo e
conviviale. Questo è un locale presente in mezzo alle
cave, nella zona di quelle più attive e rinomate,
frequentato da cavatori, camionisti ed operatori vari del
settore.
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Il lavoro del cavatore è variegato. Ciascun
operatore deve essere in grado di
effettuare diverse operazioni, per
garantire il taglio del blocco di marmo
della qualità richiesta e con il minor
quantitativo possibile di materiale di
scarto.
Qui, due cavatori impegnati nel
posizionamento del filo diamantato, e
della protezione da tendere sopra questo
per evitare che, nel caso di rottura, il filo
stesso non diventi una pericolosa arma.
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Nei secoli, il lavoro d'estrazione ha
prodotto ambienti dalle forti
caratteristiche estetiche, se visti con
l'occhio di chi vuol cercare la
bellezza ovunque. Spesso, la luce
particolare
delle Alpi Apuane contribuisce a
rendere spettacolari i luoghi delle
cave.
Gli uomini al lavoro diventano parte di
questo enorme "quadro", a volte come
protagonisti, altre come elementi dal ruolo
secondario di fronte alle enormi pareti dalle
geometrie ben definite.
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Altissime pareti
suddivise in riquadri,
le cui dimensioni da
lontano non appaiono
per quello che sono.
Solo il confronto, qui
con una scala di alcuni
metri, restituisce la
reale percezione.
I blocchi estratti sono regolari nelle loro forme cubiche o
di parallelepipedo, dai lati lunghi qualche metro e di
qualche tonnellata di peso.
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Di marmi ce ne sono diversi tipi. La differenza consiste, in particolare, nel colore
della pietra, determinato dalla presenza di altre sostanze, oltre al carbonato di
calcio.
Scegliere dove estrarre i blocchi è qualcosa da fare con attenzione. Dalla
tipologia del marmo dipende il suo utilizzo, edilizia generale o di alto profilo o
impeghi artistici, e quindi il suo valore economico.