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Venezia,
il Carnevale,
gli sguardi
e la splendida utopia
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Non è un carnevale per fare baldoria.
E’ un carnevale diverso.
La sua storia è lunga ed articolata, ricca e sorprendente, ma oggi è un momento dove chi
partecipa pienamente cerca un’esperienza particolare, in alcuni casi quasi mistica.
I personaggi dai sontuosi costumi che si muovono con grazia per la città, spesso rappresentano
entità, si sentono entità. Avviene una trasfigurazione in colui che indossa il costume; non è un
travestimento, un mascherarsi per il gusto di farlo o per burla, ma è un immedesimarsi nella
figura di cui si sono acquisite le sembianze.
Non è facile accorgersi, da esterni, di un tale miracolo. Bisogna aumentare la propria sensibilità
per scoprire che dietro la maschera non c’è solo una persona ma qualcos’altro.
Entità, spesso eteree, concrete ma sfuggenti, visibili ma impalpabili, questo è ciò che sono
spesso le magnifiche presenze a Venezia nel periodo di carnevale.
Ci sono si i costumi che si rifanno a periodi storici, in particolare al ‘‘Settecento’’, ed altre
maschere, ma le Entità sono un’altra cosa, e lo capisci da come queste si muovono, da come si
pongono nei confronti del magico scenario veneziano e, quando è possibile, dallo sguardo che
traspare al di là della maschera che spesso cela il viso.
Anche con costumi molto semplici può avvenire la trasformazione. E’ una questione mentale,
uno stato di grazia. Un modesto mantello può creare il sortilegio, trasformando per un poco la
vita di tutti giorni in una splendida utopia.
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… diversi i laboratori in città che realizzano maschere con modalità
artigianali tradizionali.
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… alcune maschere si rifanno ai costumi settecenteschi…
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… gli incontri possono essere eterei, evanescenti…
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… e le ‘ ‘Entità’’.
Sono l’anima più profonda
del Carnevale di Venezia…
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… e il Caffè Florian o il Quadri di Piazza San Marco diventano il luogo per una pausa, piacevole ed intrigante…
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Venezia ed il suo carnevale…
…una splendida utopia.